sabato 30 luglio 2011

Mai

Non bisognerebbe  mai cedere alla tentazione di scrivere quando si è in vena di bilanci, e quindi non scriverò nulla.

Una citazione, ogni tanto

Cosa credi? Che voglia stare solo? Ma sono fatto così, non riesco ad avvicinarmi veramente a nessuno. È un dato di fatto. È come se mi mancasse quella parte d’anima che si incastra negli altri, come nel Lego. Che ci unisce veramente a qualcun altro. Alla fine tutto cade a pezzi. Famiglia, amici. Non resta più niente.
David Grossman
Spesso mi sento così e me ne faccio quasi una colpa.

mercoledì 27 luglio 2011

Le mamme

Al figlio che la invitava a trovarsi un compagno una signora di 77 anni, vedova da poco del secondo marito, ha così risposto: "gli uomini, vogliono una cosa e basta!"; poi, fissando il figlio e il di lui moroso, ha aggiunto: "mi ci vorrebbe uno come voi..."
Impagabile

lunedì 25 luglio 2011

Un tuffo nel presente: la mia famiglia

Ieri, una tersa e ventosa domenica estiva sulle colline tra Modena e Bologna, a pranzo assieme per  festeggiare il compleanno di C. in un buon ristorante tra discorsi rilassati e scherzi, con la mia famiglia..

...con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale (Parte seconda)

Tre mesi dopo, è tutto finito; te ne sei appena andato, siamo scesi assieme, tu hai inforcato la bicicletta, io col cane mi sono avviato nella direzione opposta, non mi sono girato indietro, non so se lo abbia fatto tu.
Rientrato ti ho inviato un sms: spiegami, almeno, che cosa sono stato per te in questi tre mesi; mi hai risposto subito: il mio primo uomo, ma non  sono innamorato di te, non sono riuscito ad innamorarmi di te.
Mi conosco, so che tra poco avrò la tentazione di chiedere altre spiegazioni, e altre ancora, e ribattere e..., no, per l'amor del cielo, almeno la dignità e allora faccio l'unica cosa che possa salvarmi da tutto questo, e cancello il tuo numero di telefono dalla rubrica del cellulare e tutti i messaggi ricevuti ed inviati e la irreparabilità del gesto un po' mi placa, mi sento al sicuro da me stesso.
"Non sono innamorato di te, non sono riuscito ad innamorarmi di te": accidenti, e come ho potuto fraintendere a tal punto, già, come ho potuto?
Vediamo allora: forse perchè sin dal mattino dopo hai cominciato a sommergermi di sms con cui manifestavi il piacere che avevi provato con me e che non vedevi l'ora di riprovare? forse perchè in breve ti sei di fatto stabilito a casa mia, giorno e notte, prendendo in ostaggio il mio tempo e il mio corpo, come se senza di me non potessi vivere? forse perchè quando al mattino uscivi di casa per andare al lavoro mi lasciavi sul tavolo della cucina messaggi del tipo: mi manchi già, tesoro (si, tesoro), non so come farò a sopportare di non rivederti fino a  stasera? forse perchè ad ogni minimo accenno da parte mia di titubanza per tutto ciò che stava accadendo mi rinfacciavi, e neanche tanto velatamente, di sentirti tollerato e non ricambiato in ciò che tu provavi per me? e ancora, forse perchè ho condiviso con te l'ansia per il tuo paese, in guerra, le difficoltà di avere notizie dai tuoi, e assieme il timore che non ti rinnovassero il visto di studio se non fossi stato ammesso alla scuola di specializzazione?
Già, come ho potuto fraintendere sino a tal punto? Tre weekend al mare assieme (a Torre, c'è bisogno di dirlo? si perchè  qua non so se mi avresti neppure salutato incontrandomi per strada, ma a Torre ti sentivi molto disinvolto) in cui mi hai soffocato di attenzioni, in cui mi tenevi la mano al ristorante (temerario) come ho potuto non capire che era solo... già, solo cosa?
Alla fine hai vinto ogni mia resistenza e si, ho ammesso di provare per te qualcosa di importante, che avevo inutilmente cercato di controllare ma senza riuscirci, e che si, io ti amavo.
Noi maniaci sentimentali corriamo un solo serio pericolo, ed è quello di  trovare un altro maniaco sentimentale più bravo di noi, ma si sa, sono i rischi del mestiere.

mercoledì 20 luglio 2011

...con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale (Parte prima)

Lo chiameremo H., 26 anni all'epoca, circa cinque anni fa. Il profilo, sulla solita chat, non è che lasciasse trapelare granchè su di lui, niente foto intere ma solo particolari isolati: una capigliatura folta e scura e un pezzo di fronte, una barba in cima ad un torso nudo, una bella bocca,  niente insomma che si potesse comporre in un insieme che rendesse  una idea, seppur parziale, di che tipo fosse fisicamente; il testo poi ancora meno: alto tot, peso tot, sono questo, cerco quello, stop.
Pochi scambi di chat e si decide di vedersi da me, è sera tardi, arriva verso le 23; giunto sotto casa mi invia, come convenuto, uno squillo al cellulare, gli apro il portone, sale rapidamente i quattro piani di scale a piedi, lo faccio entrare: bello, intenso, labbra carnose, occhi grandi e scuri, snello ed elegante nonostante una certa  trasandatezza nel vestire, voce bassa e carezzevole; si esprime in un italiano elegante e un po' desueto, quasi senza accento, ci sediamo sul divano.  Come sempre in questi casi il dialogo segue due linee parallele: comunica cose di noi e insieme cerca di capire se ci sono possibilità che la cosa possa avere un risvolto sessuale, almeno per l'immediato; ma la cosa è complicata dal fatto che  la mia boxerina, si intromette in cerca di coccole dal nuovo arrivato che praticamente per una mezz'ora circa non fa che giocare con lei ignorandomi quasi. Scherzando ma senza riuscire a nascondere un certo risentimento manifesto la mia intenzione di lasciarli soli, visto che si trovano tanto bene assieme... "Ok, bella, adesso basta, sennò il tuo padrone poi si arrabbia", si alza, mi prende la mano e  mi sorride, quasi soddisfatto  del risultato ottenuto (la mia irritazione, verosimilmente), mi alzo a mia volta, mi abbraccia, mi avvento sulle sue labbra ma lui si ritrae: "Ehi, piano, abbiamo tempo" quasi sussurra e inizia a baciarmi lentamente, dolcemente, lungamente.

lunedì 18 luglio 2011

Quasi un Haiku

E oggi mi pesa
non dirti
che ho visto un airone
leggero
posarsi sui sassi del fiume

...perseverare diabolicum

Fabio anche lui, un altro! per di più nati nello stesso mese e a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro: è una congiura astrologica, ecco cos'è. A parte questo e il fatto di averli conosciuti entrambi sulla stessa chat, diversi come il giorno e la notte.
Era da più di un anno che cincischiavamo in chat dopo un primo intenso scambio di messaggi che non aveva portato a nulla per vari motivi; tutto era nato in realtà con uno scazzo legato al fatto che era molto più giovane di me (ma molto!) e cercava gente molto più grande di lui (ma molto!) e che non aveva foto sul profilo. Ad una mia richiesta di poter vedere una sua foto rispose più o meno che un vecchiaccio come me poteva ciucciarsi i gomiti di potere avere a che fare con uno giovane come lui, al che io altrettanto elegantemente gli chiarii che c'erano ventenni che non avrei scopato neppure col cazzo del mio peggior nemico e la cosa finì li.
Qualche tempo dopo si rifece vivo lui dichiarando di aver  in realtà molto apprezzato il mio stile comunicativo brusco e deciso, che gli piaceva molto il mio profilo della chat per le cose che dicevo (cazzate stile macho deciso ma colto e sensibile e assolutamente attivo), che ci teneva molto a incontrarmi e che come segno di buona volontà e per dimostrare la serietà delle sue intenzioni mi allegava una foto, la quale foto mostrava uno slungagnone secco con un viso così così all'interno di un negozio di abiti intento a scegliere tra magliette e jeans.
Espressi gli apprezzamenti di rito e la mia intenzione di incontrarlo ma una volta non poteva lui, una volta non potevo io, una volta gli esami all'università una volta la mamma, non se ne fece mai nulla.
Finchè 15 giorni fa mi ricontatta e mi annuncia che il giorno X sarebbe stato nella mia città di passaggio mentre si recava a Y per un torneo di socheccazzo: mi andava di incontrarlo?
E così ieri ci siamo finalmente incontrati: arriva a casa mia verso le tre del pomeriggio, casa tutta al buio per ridurre gli effetti di un caldo africano, quattro piani di scale a piedi, appena entrato mi chiede, con un bellissimo tono baritonale, nell'ordine: un bicchiere d'acqua e se sono deluso; io a tutta prima fraintendo e capisco che è lui ad essere deluso per cui porgendogli l'acqua mi dichiaro dispiaciuto  per averlo sottoposto a tanta inutile fatica e sto per ricordargli che comunque è stato lui ad insistere per incontrarmi quando lui, non ricevendo risposta alla sua domanda, ripete chiaramente: "allora, sei deluso?",  aggiungendo che invece io gli piaccio proprio molto.
OK, bimbo, penso dentro di me, dov'è la magagna? Sei bello come il sole, ma proprio come il sole, un fisico niente male, ma proprio niente male, e chiedi tu a me se sono deluso? Alla fine opto per una  lieve perversione associata ad un evidente cattivo gusto, almeno in fatto di  uomini, ma visto che la cosa va a mio vantaggio, decido di passarci sopra e concedo che si, è proprio di mio gusto e che no, non sono affatto deluso.
Seguono tre ore dalle quali, oltre che dare e ricevere ripetutamente intenso piacere (certe cose non si possono fingere, almeno per noi maschietti) traggo alcune interessanti considerazioni:
-se quel burlone di Freud avesse ragione il pupo sarebbe ancora abbondantemente nella fase orale;
-certe mamme andrebbero uccise subito dopo il parto: meglio, decisamente meglio orfani;
-la cultura e un bel modo di fare aggiungono indubbiamente fascino anche a chi potrebbe farne tranquillamente a meno, ma si sa, la vita è ingiusta.
Si, questo lo rivedo; d'altra parte le mie storie d'amore sono nate da fantastiche scopate che all'inizio almeno non avevano altri intenti che la scopata, e la giovane età e la bellezza non sono mai stati un problema per me.


domenica 17 luglio 2011

Maniaci Sentimentali quarta ed ultima parte: stessa spiaggia stesso mare

E ci siete tornati, su quella spiaggia, tutti i giorni che ti separavano dal ritorno in città,  dopo notti passate a fare l'amore e a dirsi il reciproco stupore per quella cosa meravigliosa che vi stava accadendo, e finalmente, tra baci e carezze, si è fatta strada la voglia di raccontarsi, che è il modo più intimo di darsi.
Lui: famiglia problematica, genitori separati da tempo, madre depressa, padre demente, una sorella più grande con cui non parla, adolescenza problematica, due anni in comunità per comportamento antisociale ("disturbo di personalità" dirà in seguito), in psicoterapia da due anni, inserimento lavorativo protetto poi trasformato in regolare contratto, è lo dice con orgoglio e ha ragione, è la storia di un successo in realtà....."ah, e non ho 30 anni, ne ho 34" e sorride. Tu ti senti stringere il cuore dalla emozione che ti suscita la sua fiducia in te,  nella tua capacità di capire, è da giorni che pensi a come fare per trovare un posto per lui nella tua vita e glielo hai detto e lui, titubante e sospettoso all'inizio, ha poi ceduto alle tue rassicurazioni e ha ammesso che anche lui pensava a come organizzarsi per venire da te ogni volta possibile, ma esitava a dirlo per primo, temeva l'ennesima delusione ma dopodomani tu parti, torni in città e lui non vuole perdere l'occasione di dirtelo.
Lo abbracci forte, lo baci, ribadisci i tuoi sentimenti per lui ed esattamente nello stesso istante mille allarmi suonano assieme: ma cosa stai facendo, cosa stai dicendo, in che guai ti stai ficcando, come se non bastassero i problemi che già hai; sai che quando ti accompagnerà a casa per la prevista cena con gli amici sarà l'ultima volta che lo vedrai, troverai una scusa per non raggiungerlo dopo cena come previsto, sai che reagirà male e tu ne approfitterai per accusarlo di essere troppo assillante, si offenderà, sarà l'occasione per fare l'offeso a tua volta e dire cose irreparabili con la scusa della rabbia; adesso devi solo evitare che il tuo volto tradisca i tuoi pensieri, e ci riesci.
Quante volte l'hai già fatto in passato, e comunque vale una tacca.

Maniaci Sentimentali parte terza: apro gli occhi e ti penso

Ti ha riaccompagnato a casa che erano oramai le 4 di mattina, ti sei messo a letto che quasi albeggiava, felice ed eccitato all'dea di rivederlo nel primo pomeriggio: "ti passo a prendere verso le 2, andiamo al mare".
Ti svegli che è mezzogiorno passato e sul cellulare c'è già un messaggino che dice quanto gli manchi e che non vede l'ora di rivederti, la quale ora però si allontana progressivamente a furia di messaggini che annunciano ulteriori ritardi e quando alla fine arriva sono le 5 del pomeriggio; avevi altri impegni, gli amici che è un anno che aspettano per rivederti e che hanno organizzato una cena per te, ma tu annulli tutto accampando le scuse più inverosimili; di norma non aspetteresti nessuno oltre un quarto d'ora neanche per salvarti la vita, ma ora lo fai, perchè devi sapere cosa c'è dietro questo comportamento sconcertante, cosa c'è che valga la pena per te in tutto ciò che sta avvenendo tra voi.
Arriva, appunto, con grande ritardo e non tenta neppure una giustificazione, ma il suo sorriso un po' mesto ti chiede scusa; gli sorridi a tua volta, lo accarezzi e si parte.
La spiaggia è un tratto di arenile libero da stabilimenti e chiaramente gay-friendly anche se frequentata da coppie etero e addirittura famiglie con bambini, e tutti paiono non fare nessun caso se due uomini si abbracciano o si baciano; stendete gli asciugamani in una zona un po' appartata, stai per cospargerti di crema protettiva per non ustionarti, ma ti ferma: "dopo dai, adesso facciamo il bagno".
Non fai a tempo a tuffarti e riemergere che te lo trovi avvinghiato con le gambe che ti cingono il bacino e le braccia che si aggrappano al tuo collo e sarà così per quasi due ore, scambiandovi interminabili baci salati, e non solo.
Quando esci hai la pelle delle dita raggrinzita e tremi dal freddo, anche lui trema dal freddo e ti pare naturale stenderti accanto a lui sull'asciugamano e abbracciarlo stretto stretto per riscardarlo e continuare a baciarlo; intanto il sole è quasi tramontato, sulla spiaggia siete rimasti solo voi e tu pensi di non essere mai stato altrettanto felice in vita tua.
"Che bello, come in un film" dice; ti stupisci della banalità dell'affermazione ma subito te ne scordi, sei troppo felice per soffermarti su quella sciocchezza, assieme vi incamminate verso la macchina.

Maniaci Sentimentali parte seconda: la passione

Quelli che seguono sono giorni di passione, nell'accezione più ampia del termine; intanto lui, Fabio,  sono almeno due persone: una quando ti parla senza che ci sia un contatto fisico, quasi che anche una distanza di pochi centimetri tra voi costituisca una bariera insormontabile oltre la quale con gran fatica  arrivano parole spezzettate, quasi balbettanti, frasi prive di costrutto; l'altra quando ti abbraccia, ti tocca, non fa che toccarti in verità appena può e allora sembra quasi che riesca ad uscire da se stesso e liberarsi e diventa loquace, ironico, tenero e appassionato, da una  indifferenza quasi autistica ad una intensità senza ritegno e la differenza la fa il tatto.
Poi c'è la casa, un bilocale arredato con semplicità ma piacevole non fosse per un particolare che ti inquieta appena entri: una torre di contenitori per pizze takeaway e una miriade di scontrini disseminati praticamente ovunque nell'angolo del soggiorno che funge da cucina. Coglie il tuo sguardo perplesso e si giustifica dicendo che fa la raccolta differenziata ma con un tono che ti dissuade dal fare commenti, ma anche volendo non ne avresti il tempo perchè si incolla a te, ti bacia come se volesse staccarti la lingua, intanto ti spoglia e ti trascina sul letto, ti guarda negli occhi e ti dice quanto sei bello e tu, che sogni da sempre qualcuno che ti dica frasi come quelle, lo lasci fare, smetti di pensare e con le mani e la lingua esplori ed assapori ogni parte del suo corpo e ogni suo gemito è per te un dono prezioso.

Maniaci Sentimentali parte prima: la seduzione

Si chiama Fabio, lo hai conosciuto in chat, la cosa che più ti ha colpito di lui, aspetto a parte (piccolo, magro, maneggevole come piacciono a te), è una certa dolcezza mista a sfacciataggine e tu a questo non sai proprio resistere; la sera che vi incontrate per la prima volta è una calda serata estiva, vi siete dati appuntamento in un posto facilmente raggiungibile per entrambi ma con qualche difficoltà di parcheggio essendo in centro; arriva in ritardo ma si scusa con un sorriso irresistibile, sali sulla sua auto e ti porta in un bel ristorante annesso ad una antica villa nobiliare nelle campagne circostanti. Tu non gli dici che sei nato a due passi da li; maschera l'imbarazzo con la spavalderia, ordina con ostentata sicurezza dal menù e ti consiglia un piatto locale.
Durante tutta la cena ti guarda apertamente e sorride, ha un modo strano, esitante di parlare, come se facesse fatica a trovare le parole, dice poco o nulla di sè, si attiene al contesto: ti piace qui, è buono il cibo, è fresco il vino? Al momento di pagare insiste per farlo lui concedendo che semmai pagherai tu la prossima volta, e per la prima volta lascia trapelare l'ansia di non essere stato all'altezza e di essere dubbioso sulla possibilità di una prossima volta. Lo rassicuri che da parte tua hai tutte le intenzioni di rivederlo e finalmente sorride anche con gli occhi.
Mentre raggiungete il parcheggio quasi inavvertitamente ti appoggia per un attimo la mano su una spalla, salite in macchina, accende e intanto con la mano destra ti sfiora la nuca, ti guarda e chiede: ti riporto alla macchina o ti andrebbe di venire da me? "Vengo da te", e intanto lo attiri verso di te e lo baci, come avevi intenzione di fare dall'inizio della serata, incurante che qualcuno possa vedervi. Non si sottrae, geme mentre lo baci con avidità: è un inizio, forse.