E viene il giorno che devi
ammetterlo: non ti vesti più, ti copri. Copri un corpo, il tuo, che non ti
risponde più, e nemmeno ti corrisponde più, non è il tuo corpo, non lo
riconosci quando inavvertitamente ti specchi, magari per strada, nel riflesso
di una vetrina. E pensi a quante volte, negli ultimi mesi, ti sei
sottratto all’ultimo momento alla possibilità di conoscere qualcuno, a quante
scuse hai addotto per ritardare incontri che all’inizio ti sembravano desiderabili
ma poi, mano a mano che si avvicinava il momento di realizzarli, hai mandato a
monte.
Ma soprattutto capisci quante
volte hai provato un vero disgusto per chi mostrava di desiderare, di toccare,
addirittura accarezzare questo corpo alieno e capisci di essere fottuto, non c’è
via di uscita: non puoi che disprezzare chi mostra di desiderare ciò che tu disprezzi,
il tuo corpo, te in fondo.
Esperienza, purtroppo, ampiamente condivisa. Dimentichi: l'insinuarsi del sospetto che l'interesse altrui sia mosso da pietà, compassione o, semplicemente, tatto nel non offendere.
RispondiEliminabeh sai, non avendo io un compagno, sfuggo per ora al "qualche svogliata carezza e un po' di tenerezza" che invece potrei anche comprendere ed accettare appunto all'interno di un rapporto; no, è proprio che nei miei (pochissimi oramai) rapporti occasionali capita sempre più spesso di incontrare individui che sembrano apprezzare molto proprio ciò che a me provoca disagio, e credo si tratti di perversione del gusto, semplicemente, di cui non riesco a farmi complice
RispondiEliminaNon intendevo nel rapporto di coppia, dove la pietà sarebbe anche più dolorosa, ma proprio nei rapporti occasionali.
RispondiEliminaHo sempre evitato la "scopata compassionevole" spero di non averla mai suscitata, ma vai a sapere......
RispondiElimina...a volte il tarlo del dubbio è peggio della certezza...
RispondiEliminasi può sempre migliorare
RispondiEliminaanzi, credo che si dovrebbe, obbligatoriamente
mica per gli altri, solo per noi..