Quelli che seguono sono giorni di passione, nell'accezione più ampia del termine; intanto lui, Fabio, sono almeno due persone: una quando ti parla senza che ci sia un contatto fisico, quasi che anche una distanza di pochi centimetri tra voi costituisca una bariera insormontabile oltre la quale con gran fatica arrivano parole spezzettate, quasi balbettanti, frasi prive di costrutto; l'altra quando ti abbraccia, ti tocca, non fa che toccarti in verità appena può e allora sembra quasi che riesca ad uscire da se stesso e liberarsi e diventa loquace, ironico, tenero e appassionato, da una indifferenza quasi autistica ad una intensità senza ritegno e la differenza la fa il tatto.
Poi c'è la casa, un bilocale arredato con semplicità ma piacevole non fosse per un particolare che ti inquieta appena entri: una torre di contenitori per pizze takeaway e una miriade di scontrini disseminati praticamente ovunque nell'angolo del soggiorno che funge da cucina. Coglie il tuo sguardo perplesso e si giustifica dicendo che fa la raccolta differenziata ma con un tono che ti dissuade dal fare commenti, ma anche volendo non ne avresti il tempo perchè si incolla a te, ti bacia come se volesse staccarti la lingua, intanto ti spoglia e ti trascina sul letto, ti guarda negli occhi e ti dice quanto sei bello e tu, che sogni da sempre qualcuno che ti dica frasi come quelle, lo lasci fare, smetti di pensare e con le mani e la lingua esplori ed assapori ogni parte del suo corpo e ogni suo gemito è per te un dono prezioso.
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