Si chiama Fabio, lo hai conosciuto in chat, la cosa che più ti ha colpito di lui, aspetto a parte (piccolo, magro, maneggevole come piacciono a te), è una certa dolcezza mista a sfacciataggine e tu a questo non sai proprio resistere; la sera che vi incontrate per la prima volta è una calda serata estiva, vi siete dati appuntamento in un posto facilmente raggiungibile per entrambi ma con qualche difficoltà di parcheggio essendo in centro; arriva in ritardo ma si scusa con un sorriso irresistibile, sali sulla sua auto e ti porta in un bel ristorante annesso ad una antica villa nobiliare nelle campagne circostanti. Tu non gli dici che sei nato a due passi da li; maschera l'imbarazzo con la spavalderia, ordina con ostentata sicurezza dal menù e ti consiglia un piatto locale.
Durante tutta la cena ti guarda apertamente e sorride, ha un modo strano, esitante di parlare, come se facesse fatica a trovare le parole, dice poco o nulla di sè, si attiene al contesto: ti piace qui, è buono il cibo, è fresco il vino? Al momento di pagare insiste per farlo lui concedendo che semmai pagherai tu la prossima volta, e per la prima volta lascia trapelare l'ansia di non essere stato all'altezza e di essere dubbioso sulla possibilità di una prossima volta. Lo rassicuri che da parte tua hai tutte le intenzioni di rivederlo e finalmente sorride anche con gli occhi.
Mentre raggiungete il parcheggio quasi inavvertitamente ti appoggia per un attimo la mano su una spalla, salite in macchina, accende e intanto con la mano destra ti sfiora la nuca, ti guarda e chiede: ti riporto alla macchina o ti andrebbe di venire da me? "Vengo da te", e intanto lo attiri verso di te e lo baci, come avevi intenzione di fare dall'inizio della serata, incurante che qualcuno possa vedervi. Non si sottrae, geme mentre lo baci con avidità: è un inizio, forse.
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