Percorro strade contorte di dolore
di cui ignoravo l’esistenza
senza possibilità di perdermi
solo consapevolezza.
E vivo: col dolore si vive
e l’unica fatica è sottrarlo
alla inutile compassione.
Ti ho fatto arrivare troppo vicino
al mio cuore che quasi lo toccavi
ma tu indifferente al suo battito veloce
ti nutrivi di me per le tue insicurezze.
Nessun corpo ha il tuo odore
né la tua levigatezza
che le mie mani sapevano;
anche il mio corpo ti ricorda
e rifiuta ogni confronto.
Corpi lucenti di torme di amanti
placheranno forse il desiderio
ma lasceranno intatto il bisogno
e quando questo non sarà più
ricoperto da muscoli guizzanti
che ne farai? chi lo vorrà allora?
E il mio desiderio ti incontra ancora
ogni giorno: sapessi dove perderti!
E neppure so evitare
gli inutili se della mente.
Il mio vizio indicibile
è continuare a volerti.
Ma a tutti vergognoso lo nascondo
e anzi fingo allegrie e sino a sera
spesso mi uccide lo sforzo di un sorriso.
e anzi fingo allegrie e sino a sera
spesso mi uccide lo sforzo di un sorriso.
(*) Omaggio a Keats
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